Categoria: INTERVISTE

INTERVISTE – Gioventù Semeraro: “Qui un progetto serio. Sono determinato e voglioso di crescere”

Gioventù al potere anche al Melzo, dove la presenza di Manuel Semeraro (classe 2000) abbassa l’età media.

L’ex giocatore dell’Atletico Bussero è pronto a mettersi a disposizione di mister Milazzo ed il suo staff per proseguire la sua evoluzione calcistica appena agli inizi: “Quest’anno vorrei crescere tecnicamente con l’aiuto dei nuovi compagni e del nuovo mister – esordisce -. Devo ammettere che a livello calcistico inizialmente ero molto abbattuto per il fatto che non sapevo dove mi sarei ritrovato a giocare, poi questo nuovo progetto mi ha dato gli stimoli giusti per ritornare in campo”.

Progetto che per Semeraro è molto valido: “La cosa che mi ha incuriosito e colpito di più, è la serietà e la tanta voglia di fare della società e delle persone che lavorano qui. È stato un bel biglietto da visita fin da subito”.

Sul rettangolo verde Manuel può ricoprire diversi ruoli a centrocampo, ma il concetto principale è un altro: “In campo cerco sempre il gioco di squadra per aiutare i compagni per raggiungere sempre l’obbiettivo. Sin da piccolo ho sempre giocato con il concetto del lavoro di squadra perché per raggiungere l’obbiettivo c’è bisogno di stare uniti, non parlo solo in campo ma anche al di fuori”.

Semeraro dà uno sguardo poi all’imminente stagione 2020/2021: “A livello di squadra mi aspetto tanta maturità a livello calcistico da parte dei miei compagni futuri per ambire ai piani alti. Mentre a livello personale, essendo molto giovane, penso di poter apprendere anche tanto da loro per continuare a crescere. Sono una persona molto determinata anche nella vita, per me nulla è impossibile”.

INTERVISTE – Fantasia De Luca: “Mi aspetto una stagione ricca di emozioni e successi”

Alessandro De Luca non è quel calciatore che studia e guarda troppo gli avversari che dovrà trovarsi di fronte, per pensarci sopra: li affronta di volta in volta con la sua ferrea consapevolezza.

“Nell’arco della mia carriera non mi sono mai posto il problema di chi dovessi affrontare: squadre o persone più grandi, più piccole, più veloci, più tecnici. Nulla mi ha mai spaventato o messo in guardia. Sono consapevole del mio modo di giocare, questo basta per portare il titolo dove merita di stare”.

De Luca si porta dietro gli anni importanti nelle serie superiori: “Ho intrapreso l’avventura a Linate consapevole di affrontare una categoria molto impegnativa, affascinante e costruttiva sia dal piano mentale che fisico”.

Quindi, poche settimane fa, l’accordo col Melzo: “Dopo un periodo di stop dal calcio giocato, ho avuto un incontro con il presidente Lamberti dove mi spiegava e esponeva il progetto di questa grande squadra storica – racconta De Luca -. Le aspettative generali e tutto lo staff competente, a partire da mister Milazzo, hanno fatto il resto. Melzo merita una categoria superiore e sarò felice di portarlo dove merita”.

Con la grande incognita delle condizioni atletiche dopo così tanti mesi di stop: “In ogni nuovo scenario ci sarà sempre qualche difficoltà, ma che gusto ci sarebbe se tutto fosse facile? – racconta De Luca -. Bisogna lottare, combattere e mettere il cuore in ciò che si fa e sento che la squadra ne ha tanto”.

“Che tipo di giocatore sono? Mi reputo elegante, pretenzioso e altruista. Sono molto critico nei miei confronti, il primo a prenderla con me stesso se la giocata non viene, al contempo subito pronto a correr dietro l’avversario. Preferisco esultare per un passaggio filtrante che manda in aerea il compagno che prendere palla e scartare la difesa”, prosegue.

Mentre lontano da un pallone, Alessandro si definisce così: “Solare, dentro e fuori dal campo ho sempre la parola di conforto per un compagno. Rispettoso, è fondamentale che il rispetto non manchi mai, nè tra compagni sul terreno di gioco, nè nella vita di tutti i giorni”.

De Luca quindi la chiude così: “Mi aspetto una stagione ricca di emozioni, piena di soddisfazioni come squadra e perché no, magari qualche articolo in prima pagina sul “fantasista De Luca”. Saremo dei leoni per tutta la stagione”.

INTERVISTE – Rivincita Bellotti: “Il lockdown ha frenato la mia corsa, ma ora sono più determinato di prima”

Fino alla linea rossa del febbraio scorso, Lorenzo Bellotti stava proseguendo una stagione a livello personale molto produttiva.

Dieci gol in campionato col Melzo e davanti ancora tante partire per rimpolpare la classifica ma soprattutto la statistica di reti: poi le prime avvisaglie, l’arrivo del terribile Coronavirus, lo stop e quindi il blocco definitivo ai campionati.

“Parlo personalmente: ero in un buon momento di forma, mi è pesato molto non continuare la striscia positiva in cui ero, è successo tutto così all’improvviso.”, dice oggi l’attaccante confermato in biancazzurro.

Tra poche settimane si tornerà a faticare (finalmente) sul campo da gioco pensando al prossimo campionato di Terza Categoria, con giusto qualche incognita legata alle condizioni fisiche visto il lunghissimo periodo di fermo.

Anche se Bellotti non è molto preoccupato di questo aspetto: “Fatiche e difficoltà non ne vedo, nei giorni di stop mi sono sempre allenato e dato da fare come sto facendo tutt’ora. Sono più determinato di prima”.

Un vero e completo atleta che si definisce così: “In campo sono un giocatore rapido, tecnico, veloce, con un buon piede sinistro. Mi piace tanto segnare, ma anche farli fare ai compagni i gol. Per il resto mi reputo una persona tranquilla e sempre solare – prosegue Bellotti -. Mi piace scherzare, e non vedo l’ora di creare un bel rapporto con i componenti della squadra e lo staff”.

Lorenzo che fa parte del piccolo gruppo dei confermati dal nuovo corso societario, che giudica finora così: “Hanno prospettato un grandissimo progetto. Mi hanno impressionato molto le parole sia del presidente Lamberti che quelle di mister Milazzo”.

Dunque, pronti a ricominciare: “Obbiettivi? Aiutare la squadra ed i compagni del Melzo in campo e fuori, puntando a vincere il campionato. E personalmente spero di dare un grande contributo con tantissimi gol”.

INTERVISTE – Il viaggiatore Bocellari: “Esperienza svizzera preziosa. Vinco a Melzo e giro il mondo”

In sede di presentazione è stato definito come giocatore completo, abile a ricoprire più ruoli in attacco.

Manuel Bocellari aveva diverse opzioni per il proseguimento della sua carriera, ed alla fine ha optato per il nuovo progetto Melzo: “Sinceramente non avevo molto le idee chiare, ma successivamente mi è bastato parlare con la società e mister Milazzo per rendermi conto dell’entusiasmo e del progetto serio che c’è in atto. Mi è piaciuta l’idea di una squadra giovane ma con un’esperienza calcistica che poche squadre, anche in categorie più alte, hanno”.

La maglia biancazzurra nuova tappa dopo aver giocato diversi anni a livello superiore tra Eccellenza e Promozione con Saronno e Bruzzano, senza dimenticare l’importante esperienza in Svizzera col Locarno: “Sono riuscito a realizzare il mio sogno di giocare nel calcio professionistico, e dopo anni e anni di sacrificio finalmente era arrivata la chiamata che aspettavo – racconta Bocellari -. In Svizzera, dopo l’hockey, il calcio è lo sport nazionale, eravamo molto seguiti sia la domenica che in settimana durante gli allenamenti. Giocare con tanti ex calciatori di Serie A mi ha fatto crescere molto a livello calcistico ma soprattutto a livello umano: i compagni ti aiutano molto, non ti fanno mai sentire in difetto, hanno sempre una buona parola nei confronti dei giovani anche se sia la domenica che, soprattutto in allenamento, se ci fosse stata l’occasione di “appenderti al muro”, ti appendevano senza problemi e tu dovevi stare per lo più zitto. Grazie a loro, anche se ho soli 23 anni, mi sento molto maturo in campo e fuori e cercherò sempre di aiutare i miei compagni più giovani ma anche quelli più grandi di me”.

Il tecnico Massimo Milazzo come collante e motivazione per accettare questa nuova sfida in Terza Categoria: “Io ed il mister ci conosciamo ormai da tantissimo tempo, lo posso definire senza problemi uno degli allenatori come maggior dedizione e serietà che io abbia mai avuto – prosegue Manuel -. Gli devo tanto come calciatore ma anche come uomo. Sono felice di ritrovarlo a Melzo”.

Per farlo giocare nel ruolo…: “Dagli inizi della mia carriera calcistica ho sempre giocato dietro le punte fino a quando, proprio mister Milazzo, mi ha reinventato mediano e da lì è partito il mio nuovo ruolo fino ad arrivare alla Juniores dove, in casi eccezionali, ho fatto anche l’esterno o addirittura il falso nueve. Non nego il fatto che il ruolo preferito è giocare dietro le punte e far fare tanti gol ai miei compagni. Però mi adatto dove servo di più per la squadra e per il mister…dalla difesa all’attacco”.

Vista la sua esperienza, nonostante la giovane età (è un classe 1997), Manuel ha chiara la ricetta di un gruppo vincente sul campo: “Ho cambiato tante squadre e soprattutto tanti gruppi. La ricetta base per vincere le partite è il legame con i tuoi compagni. Io penso che si possa essere anche la squadra più scarsa tecnicamente del campionato, ma se hai un gruppo compatto, unito e tutti remiamo nella stessa direzione, si può vincere contro ogni avversario”.

“Sono un ragazzo tranquillo all’apparenza, ma in campo mi trasformo. Non voglio perdere nemmeno il possesso palla iniziale durante l’allenamento, figuriamoci la domenica – racconta Bocellari -. Fuori dal campo sono un ragazzo a cui piace divertirsi, ma sempre con la testa sulle spalle. Mi piacciono tantissimo le macchine, le moto, e soprattutto le ragazze. Inoltre, adoro tantissimo viaggiare. Girare il mondo è un altro obbiettivo che mi sono prefissato, spero con tutto me stesso di riuscirci. Dopo aver vinto qui a Melzo!”.

INTERVISTE – Leobilla: “Bello tornare al calcio giocato. Io bomber? Mi piace anche aiutare la squadra”

C’è tanta voglia di calcio a Melzo, che si avvia ad un nuovo corso societario ma soprattutto ad affrontare un campionato che sarà sicuramente particolare nel post lockdown.

Le restrizioni causate dalla diffusione del Covid-19 hanno pesato ed inevitabilmente peseranno l’anno prossimo, ma l’importante è tornare: “Penso che sarà bellissimo tornare al calcio giocato, come un bambino che da i primi calci ad un pallone, non vedo l’ora!”, esordisce Jacopo Leobilla, il confermato centravanti biancazzurro.

“Penso che dopo un periodo così lungo di inattività, e stiamo parlando di 6/7 mesi senza aver fatto una partite a livello ufficiale, sarà difficile e complicato per tutti – prosegue -. La preparazione estiva quest’anno sarà fondamentale ancora di più rispetto agli anni passati per prepararsi al meglio in vista della nuova stagione, anche per evitare infortuni. Dopo un periodo così lungo potrebbero essere molto frequenti”.

Detto questo, Leobilla è pronto e carico per questo nuovo corso a Melzo che lo vedrà come uno dei riferimenti là davanti: “La gente a prima impatto in me vede il ‘numero 9’ puro, alto e piazzato. Ma non nego che oltre a fare il classico lavoro sporco da prima punta, mi piace molto avere la palla fra i piedi e giocare anche non solo spalle alla porta. Tutto questo nonostante la mia altezza di quasi di 1 metro e 90. E non disdegno farmi dare la palla tra i piedi e mettere in porta qualche mio compagno”.

Con i suoi modelli nel ruolo: “Come prime punte mi piacciono un sacco Lewandowski e Kane, ma come stile di gioco mi ispiro al Pipita Higuain. Ogni sua partita guardo molto i suoi movimenti e mi rivedo molto in lui”.

Jacopo calciatore lo abbiamo letto, quello personaggio no: “Sono una persona molto socievole e generosa, non vedo l’ora di cominciare la nuova annata con i miei nuovi compagni e creare un bel gruppo. Come tutti ho anche i miei difetti, sono molto permaloso e impulsivo. Quest’ultima cosa parecchie volte me la porto anche in campo, ma sto facendo di tutto per migliorarmi”.

Al ruolo di attaccante i tifosi associano colui che deve sempre risolverla, e garantire un buon bottino di reti sotto porta. Leobilla che obbiettivi ha per il campionato 2020/2021? “Gli ultimi due-tre anni, tra problemi fisici e tante sfortune, non sono mai riuscito a dare il meglio di me, ma io e le persone a me più vicine sanno quanto valgo e quanto posso dare. Quest’anno sono più determinato di sempre, non vedo l’ora di iniziare”.

Con l’idea di portare in alto la squadra: “Sono una persona molto umile ma non ci si può nascondere, dopo un progetto del genere l’obbiettivo può essere uno solo: vincere!”.

Anche perchè una squadra vincente può riaccendere la passione di una città: “Melzo e i suoi tifosi dopo 110 anni di storia con annate molto gloriose, non vedono l’ora di tornare a gioire per qualcosa di bello, e quest’anno può essere l’annata giusta. Vi aspettiamo per sostenerci e tifarci”.

Firmato Jacopo Leobilla!

INTERVISTE – Gioia Paciletti: “Qui c’è tutto per fare grandissime cose”

“Se il calcio fosse una donna, beh sarebbe la donna della mia vita”, firmato Samuele Paciletti, nuovo centrocampista del Melzo.

L’ex giocatore, tra le altre, di Barona e Sporting Milano inizia con grande entusiasmo l’avventura in biancazzurro. Lui che ha completamente sposato il progetto, e che proprio nella città milanese ha deciso anche di trasferirsi: “Campionato di Eccellenza o Terza Categoria, per me non fa nessun effetto. Voglio indossare la maglia del Melzo che è diventata la mia casa ed il mio paese”, dice.

Paciletti ha tratto dal nuovo corso societario sensazioni più che positive: “In 25 anni di calcio in cui ho giocato in tantissime squadre di diverse categorie, l’entusiasmo che ho trovato qui e la voglia di fare le cose fatte bene, non le ho trovate da nessun’altra parte – racconta Samuele -. Lo dimostrano anche queste attenzioni nei dettagli, le nostre interviste, le presentazioni dei calciatori sul sito ed i social, le dirette in cui si spiegano i progetti del club. È importante e bello ercare di attirare l’attenzione di tutto il paese. Io mi sono trasferito a Melzo da pochi mesi, e la prima società con cui ho voluto parlare è stata questa. Dopo aver ascoltato il progetto ed essermi interfacciato con mister Milazzo, non ho avuti dubbi”.

Segnato un po’ come tutti dal pesante periodo del lockdown che però lo ha visto sempre attivo (“Fortunatamente non mi sono mai fermato dato che lavoro in un’azienda farmaceutica. Ho messo su solo qualche chiletto..”), Paciletti ha ben chiaro cosa vorrebbe trasmettere in campo: “Non vince la squadra con più tecnica, non vince la più bella o la favorita. Vince chi ha più fame!”.

Anche perchè “calcisticamente parlando, come nella vita quotidiana, mi reputo una persona generosa. Do tutto nel lavoro e in famiglia. Quando scendo in campo non sono uno che gioca a calcio per sé stesso, ma per i miei compagni ed il mister”.

Samuele vede in una vecchia gloria juventina il suo punto di riferimento da calciatore: “Il mio idolo è senza dubbio Alessandro Del Piero, giocatore di classe indiscutibile. Nessuno come lui ha dimostrato quanto si possa essere campioni nel campo e nella vita. Un vero esempio da seguire”.

Qualche rimpianto ma anche tanta consapevolezza: “I miei sogni sono svaniti anni fa – prosegue Paciletti -. Ho cercato di poter fare quello che mi piaceva ovvero il calciatore professionista. Probabilmente non ho dato abbastanza o forse il calcio mi ha dato il massimo che poteva darmi. In ogni caso per quest’anno c’è un nuovo sogno: mi piacerebbe vincere coppa e campionato col Melzo. Esultando insieme ai nostri tifosi che cantano il nostro inno ed i nostri nomi”.

INTERVISTE – Conferma Lomazzo: “Farò capire ai nuovi compagni il peso della maglia”

Tra vacanze e relax Luca Lomazzo pensa già alla prossima stagione in maglia Melzo, per lui che è uno dei volti confermati dal dg e mister Milazzo, e dunque potrà saggiare la professionalità del nuovo corso societario.

“Il mio obbiettivo principale è quello di contribuire in campo alla rinascita del Melzo con il quale spero di rimanere il più a lungo possibile – racconta -. Dal primo giorno che ho parlato con il mister e il presidente Lamberti, ho capito subito che la musica stava cambiando. La società credo stia dimostrando a tutti la serietà, la passione e le competenze giuste per far sì che inizi un ciclo vincente”.

Lomazzo che parla così del suo essere giocatore in campo e uomo fuori: “Sul terreno di gioco sono molto grintoso, a volte anche troppo, e non sono un ragazzo che molla facilmente. Detto questo però non ritengo di essere un giocatore solo cuore e grinta, perchè penso di avere anche quel pizzico di estro che mi contraddistingue. Fuori dal campo? Sono la stessa persona che sono quando gioco, come diceva qualcuno “in campo come nella vita”. È il mio motto”.

Il calcio non è solo passione per Luca, ma molto di più: “È semplicemente tutto, non riuscirei a viverci senza perché nel corso degli anni mi ha dato dei valori che prima non avevo. Con il pallone ci sono praticamente nato perché in famiglia, da mio papà a mio nonno, erano tutti nell’ambiente del calcio quindi era inevitabile che mi innamorassi di questo sport”.

Come si diceva all’inizio, Lomazzo sarà uno dei pochi confermati rispetto alla passata stagione. Dunque un pizzico di responsabilità in più, verso i tanti volti nuovi, l’avrà sicuramente per tramandare il giusto senso di appartenenza biancazzurra: “Premetto che non sono molto bravo con le parole, però quello che mi piacerebbe far capire compagni è che nonostante gli ultimi anni di declino del Melzo la maglia che verrà indossata sarà molto pesante perché si porta con se più di 110 anni di storia, anche abbastanza importanti. Tutta la città ci tiene alla propria squadra, soprattutto i tifosi ed ex giocatori storici che ci seguiranno spesso. Sono la memoria di quella squadra che disputò anche il campionato di Serie C. Anche loro saranno la nostra forza per risalire con questa gloriosa maglia”.

INTERVISTE – Il sarto Marigliano cuce il vestito al Melzo: “Abito giovane, tessuto moderno”

“Sono una persona molto determinata, quando voglio una cosa cerco sempre di prendermela in tutti i modi. Odio perdere anche se gioco a carte con la mia ragazza o alla PlayStation con mio fratello, e forse è questo che mi spinge sempre a far meglio”.

Parola di Antonio Marigliano, difensore napoletano da quest’anno al Melzo, pronto ad arroccare la retroguardia biancazzurra con la sua presenza dopo le stagioni più che positive in Eccellenza col Brugherio.

“Sono sincero e lo dico senza problemi: dopo l’esperienza fantastica che ho avuto alla Berretti del Brescia, quindi il passaggio al Voghera dove ho fatto sia Juniores che prima squadra in Serie D, oltre all’ultima annata di Brugherio, posso dire ad alta voce che mai nessuno di quest’ultime società mi ha colpito come il progetto prospettatomi del Melzo – dice Marigliano -. Devo dire che è bastato davvero poco per dire sì: una visita al centro sportivo ed una piacevole chiacchierata col presidente Lamberti e con mister Milazzo. Quest’ultimo è stato decisivo nella mia scelta, è una persona fantastica che con gran piacere ritrovo in questa nuova avventura”.

Un rapporto ed amore per il calcio che il nuovo difensore biancazzurro ha coltivato da piccolo nella sua città natale: “Avendo mio padre super appassionato e crescendo tra le strade di Napoli, dove ogni giorno con gli amici ci ritrovavamo in piazza per giocare, è stato inevitabile innamorarmi di un pallone. È una passione che non si può spiegare a parole il calcio, per me viene nelle tre cose più importanti della vita insieme alla famiglia e al lavoro”.

Ruolo, quello di difensore, su cui Marigliano ha investito fin da giovanissimo: “Ho sempre giocato da centrale di difesa, ho avuto la fortuna di avere come primo maestro Ciro Caruso, ex compagno di Primavera del Napoli di Fabio Cannavaro, che mi ha insegnato davvero tanto. A proposito, lo stesso Cannavaro è da sempre il mio idolo, anche forse per la somiglianza fisica, la statura e per il tackle in scivolata”.

Antonio si divide tra la passione del calcio ed il lavoro come sarto, particolare ed importante. Lì non sono ammessi errori, in quel settore la precisione è tutto. Ma ti permette anche di studiare bene le persone, per immaginarle sempre con l’abito giusto. E la sua nuova squadra? Cosa potrebbe indossare secondo il sarto Marigliano? “Al nuovo Melzo cucirei un abito giovane con un tessuto moderno, versatile, che sia vincente in ogni circostanza e non un qualcosa di vecchio ormai passato di moda…”.

La chiusura finale sulle aspettative: “Il mio pregio da calciatore non sono io a doverlo dire, ma sarà come sempre il campo a parlare. Sicuramente come già detto prima sono uno che non molla mai, che da tutto in allenamento perchè poi è da lì che i risultati si vedono la domenica. Porterò tutta la mia esperienza per far sì di provare a vincere sin da subito e tornare nelle categorie che contano con questa società”.

INTERVISTE – Cattaneo: “Da sempre dietro ad un pallone. A Melzo mi porta l’entusiasmo di questa società”

Per uno che fin da piccolo ha sempre inseguito un pallone, distaccarsi per un lungo periodo non può che essere stata una tortura.

Jonathan Cattaneo, uno dei volti nuovi di questo Melzo edizione 2020/2021, conosce benissimo gli ostacoli della vita, ma non per questo si è mai arreso continuando a rincorrere la sua passione: “Da piccolo appena vedevo un pallone impazzivo, gli sono sempre stato dietro. Ho avuto però dei momenti personali difficili. Sono stato lontano dai campi di calcio per due anni a causa di una pericardite, una cosa non molto piacevole. Adesso per fortuna è solo un brutto ricordo del passato”.

Cattaneo si definisce “un ragazzo molto disponibile e generoso sempre disposto ad aiutare gli altri, un ragazzo solare a volte anche impulsivo. In campo ho un carattere forte, parlo un po’ troppo però lo faccio sempre per un secondo fine, ovvero incitare i miei compagni”.

Dal campionato di Eccellenza col Cologno alla nuova avventura in biancazzurro, per un giocatore che quando si parla di ruolo in campo racconta: “Adoro agire da trequartista ed inventare assist per i miei compagni – rivela Jonathan -. Ma penso che l’importante sia avere una maglia da titolare, poi il mister in qualsiasi posizione ti metta tu devi dare sempre il meglio di te stesso ed essere disposto ad aiutare la squadra”.

Mister che sarà quel Massimo Milazzo con cui Cattaneo ha già condiviso esperienze in passato nella sua carriera da calciatore: “Siamo stati insieme alla Lentatese e Pro Sesto. È una persona che stimo molto e di cui ho un enorme rispetto. Non nego che ho accettato questa nuova destinazione sapendo di ritrovarmi con mister Milazzo, ma comunque sono molto felice di essere approdato a Melzo e farò di tutto insieme ai miei compagni per portare i biancazzurri ai vertici delle categorie”, dice Cattaneo.

“In questa squadra – conclude – mi porta l’entusiasmo di una nuova sfida e la visione di questa nuova società. Si parla di un progetto serio con persone disposte a portarci sempre più in alto con tutta la competenza di questo mondo”.

INTERVISTE – Mattia Frosi: “Melzo mi ha ridato gli stimoli giusti”

È stato uno dei primi annunci ufficiali della società, che lo ha confermato in rosa anche per la prossima stagione 2020/2021.

Mattia Frosi, ruolo portiere classe 1998, non vede l’ora di tornare a difendere i pali del Melzo dopo gli ultimi mesi di stop forzato causa Covid-19.

Un giovane estremo difensore che ha dalla sua un curriculum calcistico fin qui importante, che lo ha visto in società di livello superiore come Pro Piacenza e Real Milano. Un giovane, appunto, capace di affrontare diversi ostacoli nella sua vita che ne hanno forgiato il carattere: “Ho avuto un infortunio serio che mi ha costretto addirittura a sottopormi a due operazioni. La seconda purtroppo non è andata come si sperava, ho passato un intero anno a fare riabilitazione solamente per riuscire a sollevare il braccio. Non é stato facile, e quando mi sono ripreso non avevo più stimoli. Però penso che nel calcio, come nella vita, bisogna toccare il fondo per darsi la spinta per tornare più in alto di prima”, racconta Mattia.

Stimoli, quelli necessari nella quotidianità e fondamentali per un calciatore, e che Frosi ha ben saldi in mente: “Il nuovo Melzo mi ha dato gli stimoli giusti, dal presidente Lamberti al mister/direttore generale Milazzo. La reputo assolutamente una società seria con un progetto chiaro e importante. Penso che ogni giocatore cerchi questo, ed io l’ho trovato. Darò tutto per questa maglia e per questa società”.

Quello del portiere è storicamente un ruolo delicatissimo e sempre al centro delle critiche, ma per Mattia fu amore a prima vista fin da piccolo: “Nacque tutto alla scuola calcio, quando un giorno chiesero chi volesse andare a fare un allenamento da portiere. Accettai solo io, e poi da quella porta non ci sono più uscito. Mi innamorai di quel ruolo, sempre un po’ snobbato da tutti i bambini di quell’età, ma secondo me nessuno sapeva in realtà cosa si stesse perdendo. Così da possibile bomber numero 9, sono passato ad essere un numero 1”.

Con un modello niente male: “A chi mi ispiro? Beh troppo banale dire Buffon ma non si potrebbe dire altrimenti. L’ho visto giocare e vissuto nel pieno della sua carriera e penso che non si possa far altro che ispirarsi a una leggenda come Gigi, che anche a 40 anni tira fuori ancora qualche coniglio dal cappello…”.

Ma alla fine della storia, che tipo di persona è Mattia Frosi? “In campo così come nella vita mi reputo una persona con un carattere forte e spesso duro, ma sono anche il primo ad aiutare un compagno in campo e fuori, perchè il gruppo è tutto. Sono una persona che si prende sempre le proprie responsabilità e insegue il proprio obbiettivo finché non lo raggiunge, perché nella vita volere é potere”.

E dove si vede tra qualche anno Mattia Frosi? “Visto che sognare non costa nulla, spero di difendere la porta del Melzo in una categoria che compete a questa società. Chi vivrà vedra…”.