Focus Luca Nenna: i sogni da calciatore, i sogni da uomo

Intervista a tu per tu col giovane attaccante che fa spola tra Juniores e prima squadra del Melzo

La doppia vita calcistica di Luca Nenna, da un anno a questa parte ormai, è fatta di spole: il sabato con la squadra Juniores e spesso il giorno dopo convocato anche con la prima squadra biancazzurra.

Per il Melzo il giovane attaccante classe 2003 si divide più che piacevolmente, a seconda delle esigenze dei tecnici. Luca non fa mancare mai impegno e soprattutto gol, come già avvenuto anche nell’attuale stagione in Seconda Categoria con mister Omini.

“Inizialmente è stato difficile ovviamente abituarmi alla prima squadra quando venivo convocato – esordisce Nenna -. Con i grandi e più esperti di me era una bella sfida, che mi dava molte complicazioni. Col tempo, però, sono riuscito ad ambientarmi e adesso non sento più questa differenza”.

Luca, che vede nella sua caratteristica migliore quella dell’individualità tecnica, ha la giusta testa sulle spalle per sapere quanto lavoro ha ancora davanti a se: “Devo migliorare nella continuità, a stare all’interno della partita per tutta la durata dei 90 minuti. Per un giocatore, un attaccante nel mio caso, è opportuno essere sempre sul pezzo dall’inizio alla fine: non si può sapere se il pallone buono possa arrivare subito, oppure all’ultima occasione del match. Per questo da piccolo ammiravo tantissimo Filippo Inzaghi, un centravanti che incarna perfettamente questo pensiero”.

Questa è l’età dei sogni e dei progetti, delle speranze e delle ambizioni: “Da calciatore mi piacerebbe giocare in una squadra professionistica o semipro, ovviamente sarebbe un sogno giocare in Seria A. Mentre da futuro uomo, è quello di avere una bella famiglia e fare un lavoro che mi piaccia”.

Nenna, come tantissimi suoi coetanei sparsi nel mondo, ha vissuto il terribile ciclone della pandemia da Covid-19 che ne ha frenato inevitabilmente la gioventù: “È un grande rimpianto tutto quello che è successo. Oltre ad aver visto tanta gente morire, tanta disperazione attorno a noi, ha influito molto sulla nostra crescita. Abbiamo perso anni che nessuno ci ridarà indietro”.

Anni difficili gli ultimi due, adesso costellati da un’altra angosciante disavventura terribile qual’è il conflitto che sta seminando terrore in Ucraina: “La guerra porta solo disperazione, non c’è niente di buono in quello che sta succedendo, stanno morendo molte persone senza alcun motivo. Porto e porterò sempre dentro di me i valori che mi ha trasmesso la famiglia. L’amore e l’aiuto al prossimo è uno di questi. Come si può voler ancora oggi una guerra?”.